Un Paese sempre più anziano, un sistema di assistenza familiare sotto stress e un comparto che perde forza lavoro, qualità e regolarità. È quanto emerge dal Rapporto 2025 “Family (Net) Work” di Assindatcolf,
presentato con la partecipazione del presidente di Idos Luca Di Sciullo: “Ridare dignità e prospettiva ai lavoratori”

Nel Rapporto 2025 di Assindatcolf “Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico”, presentato il 19 novembre al Chiostro del Bramante di Roma, è emersa una fotografia preoccupante: l’Italia sta invecchiando rapidamente mentre il lavoro domestico regolare mostra un declino costante. All’incontro sono intervenuti, insieme a Luca Di Sciullo presidente Idos, Giorgio De Rita del Censis, Marie Beatrice Levaux di Effe e Gianluca Donati per la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. L’evento, dal titolo “Lavoro domestico e welfare familiare: dal dato alla proposta”, è stato moderato da Pablo Rojas di RaiNews24, con la presenza delle giornaliste Donata Columbro e Marianna Aprile.

L’Italia che cambia: più anziani, meno giovani, più solitudine
In vent’anni l’Italia ha perso oltre 1,1 milioni di giovani e guadagnato 3,2 milioni di over 65. Gli ultraottantenni sono aumentati del 61,4% e, secondo le proiezioni, cresceranno di altri 800 mila entro il 2035. Parallelamente, aumentano gli anziani soli: 4,5 milioni nel 2024, destinati a diventare oltre 6,2 milioni entro il 2044. “L’Italia avrà sempre più bisogno di cura” ha commentato Zini. “Le famiglie dovranno farsi carico di una domanda assistenziale crescente.”
Il rapporto mostra un crollo del lavoro domestico regolare: da 975.200 lavoratori del 2021 si è passati a 817.400 nel 2024 (–16,2%). L’unica fascia in crescita è quella degli over 55, mentre gli under 29 si riducono della metà. Il tasso di irregolarità, poi, supera la soglia del 53%, più del quadruplo della media nazionale. “La domanda aumenta ma l’offerta regolare diminuisce” ha osservato Zini. “Le famiglie sostengono costi sempre più alti, mentre strumenti fiscali e supporto pubblico restano insufficienti.”

Idos: dignità, regolarità e qualificazione per rilanciare il settore
Nel corso del convegno, Luca Di Sciullo (Idos) ha ampliato lo sguardo, indicando le cause profonde della crisi e suggerendo un percorso possibile per il rilancio del comparto.
“Nel lavoro domestico soffriamo politiche e gestioni che tolgono dignità a questo lavoro” ha esordito Di Sciullo. “Questa condizione si può superare in più modi. Prima di tutto tutelando entrambe le parti: le famiglie, che rappresentano le fragilità, ma anche i lavoratori. È un incontro di bisogni, e riconoscerlo restituirebbe dignità a tutto il sistema.”
Il presidente Idos ha poi evidenziato la necessità di intervenire sulla piaga dell’irregolarità:
“Bisogna regolarizzare il lavoro, perché spesso la contrattazione avviene nel chiuso delle mura domestiche e questo favorisce il lavoro nero.” Fondamentale, secondo Idos, è anche un processo strutturale di professionalizzazione: “Il settore va qualificato. Una maggiore formazione favorirebbe la mobilità interna e darebbe ai lavoratori una prospettiva di crescita, aumentando anche l’appetibilità del comparto.”

Flussi d’ingresso e immigrazione: “Un sistema che non funziona”
La parte più critica dell’intervento di Di Sciullo ha riguardato le politiche migratorie, indispensabili per sostenere un settore che si regge in larga parte su lavoratori stranieri. “Viviamo in un clima politico che non consente di rivedere una legge che non funziona, mi riferisco al Testo Unico sull’immigrazione” ha spiegato il presidente Idos. “I Decreti flussi sono una somma di interventi scoordinati che hanno prodotto l’attuale situazione. I dati raccolti dal progetto Ero Straniero lo confermano: la stragrande maggioranza dei lavoratori si perde lungo tutta la filiera.”
Per Di Sciullo, una riforma profonda sarebbe necessaria, ma se la legge non si può cambiare bisogna agire almeno sull’operatività: “I tempi sono troppo dilatati e le famiglie non possono aspettare. Bisognerebbe abolire i click day e introdurre, almeno, dei click week. Se proprio vogliamo sognare, questa sarebbe l’occasione per superare l’intero sistema dei decreti flussi e ripristinare il permesso di soggiorno per ricerca lavoro.”

Un welfare familiare da ripensare
La fotografia scattata da Assindatcolf e commentata da Idos descrive un Paese in cui il peso dell’assistenza ricade quasi esclusivamente sulle famiglie, sempre più sole e con meno strumenti economici. Il monito è chiaro: se non si interviene con politiche strutturali a sostegno del lavoro domestico — regolarità, qualità, fiscalità, immigrazione — l’Italia rischia un deficit assistenziale senza precedenti.

 

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