Il 10 dicembre a Roma un incontro sul futuro dell’organizzazione, con la partecipazione di IDOS a testimoniare un legame costante fin dalla fondazione
Il 10 dicembre il GrIS Lazio (Gruppo Immigrazione e Salute) celebra trent’anni di impegno, ricerca, advocacy e prossimità nella tutela della salute dei cittadini immigrati. Un anniversario che non è soltanto memoria, ma anche un’occasione per riaffermare un’alleanza che ha segnato la storia delle politiche migratorie e sanitarie del Lazio e dell’Italia: quella fra il GrIS Lazio e IDOS, partner costante e imprescindibile di questo percorso.
L’iniziativa, dal titolo “La nostra storia: il futuro possibile”, si terrà nella Sala Tirreno della Regione Lazio, dalle ore 9.00 alle 13.30, coordinata da Salvatore Geraci e Papia Aktar. Apriranno la mattinata i saluti dei quattro Presidenti SIMM, seguiti dall’intervento del Presidente della Regione Lazio, on. Francesco Rocca.
La relazione IDOS è affidata a Ginevra Demaio, che presenterà 30 anni di migrazione a Roma e nel Lazio, a testimonianza di una collaborazione che ha accompagnato ogni fase di vita del GrIS.
IDOS e GrIS, compagni di viaggio
La partecipazione di IDOS non è soltanto istituzionale: è profondamente simbolica. Fin dagli anni ’90, quando la SIMM (Società italiana di medicina delle migrazioni) muoveva i primi passi e il GrIS Lazio prendeva forma come rete territoriale, IDOS è stato una presenza costante, osservatore rigoroso e compagno di viaggio nella lettura dei fenomeni migratori.
La serie degli Osservatori sulle Migrazioni a Roma e nel Lazio ha documentato e interpretato i cambiamenti sociali e sanitari che il GrIS contribuiva, parallelamente, a trasformare sul campo. Le innovazioni normative e organizzative promosse dalla rete hanno trovato proprio nelle ricerche IDOS il quadro conoscitivo necessario per incidere nel dibattito pubblico e per sostenere le proposte rivolte alle istituzioni.
Da anni, inoltre, il GrIS Lazio è protagonista dei rapporti IDOS con analisi e contributi scientifici dedicati alla salute degli immigrati, alla presa in carico delle vulnerabilità, all’accesso ai servizi e alle disuguaglianze. Una relazione che dimostra come la produzione di conoscenza sia parte integrante dell’azione del GrIS e come IDOS ne rappresenti il partner più autorevole e fedele.
L’attenzione ai migranti più fragili
Nella ricostruzione del percorso trentennale non può mancare la voce di chi, quel cammino, l’ha visto nascere. Come ricorda Salvatore Geraci, coordinatore del GrIS Lazio:
“Trent’anni fa (era dicembre del 1995), uno sparuto gruppo di medici ed operatori sanitari si ritrova per capire come garantire l’accesso ai servizi sanitari pubblici agli immigrati, in particolare quelli in condizioni di fragilità sociale e spesso anche con irregolarità giuridica. Qualche mese prima il governo tecnico presieduto dall’on. Dini, con ministro della Sanità il prof. Guzzanti, aveva varato un decreto che in un suo articolo (il numero 13) garantiva agli stranieri temporaneamente presenti il diritto alle cure. Da quel momento migliaia di operatori, del settore pubblico e del privato sociale, che nel tempo hanno “popolato” il GrIS della SIMM, non solo hanno permesso di garantire tale diritto ma sono riusciti ad essere propositivi in termini di organizzazione e di governance anche e soprattutto insieme alle istituzioni”.
Il modello GrIS: una rete per la sanità inclusiva
Dal recepimento anticipato dei diritti alla cura nel Lazio (DGR 5122/1997) alle molteplici iniziative in tema di prevenzione, formazione, prossimità e advocacy, il GrIS ha contribuito a fare della regione un laboratorio avanzato di sanità inclusiva. Ogni passo di questo percorso è stato alimentato dal confronto tra istituzioni, servizi territoriali, volontariato e mondo della ricerca. In tale quadro, la collaborazione con IDOS ha permesso di leggere gli scenari in evoluzione e orientare le proposte con strumenti analitici solidi e condivisi.
Nel clima attuale, segnato da polarizzazioni e nuovi ostacoli ai diritti, ricordare significa anche difendere. Significa preservare la memoria di ciò che è stato costruito e rinnovare l’impegno a renderlo ancora più forte. Il GrIS Lazio continua a essere una rete partecipata in cui il pluralismo non è una difficoltà, ma una risorsa. Una rete che lavora “dal basso” con le associazioni e “dall’alto” con le istituzioni, nella convinzione che la salute sia un diritto che non ammette esclusioni. La storia del GrIS Lazio lo dimostra: quando si condividono visione, competenza e responsabilità, un futuro possibile non è un’ipotesi. È un percorso. E si continua a camminare insieme.
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